0 Giornata mondiale dell'ictus: nel mondo colpite 15 milioni di persone - Studio Nomentano
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L'ictus cerebrale è una malattia grave e disabilitante, che ogni anno nel mondo colpisce tra 15 milioni di persone e rappresenta la terza causa di morte, la prima di invalidità e la seconda di demenza; nel nostro Paese sono circa 150mila i soggetti colpiti e quelli che sono sopravvissuti, con esiti più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione.  Ogni anno un medico di famiglia assiste dai 4 ai 7 pazienti colpiti da ictus e deve seguirne almeno 20 sopravvissuti. L'incidenza dell'ictus è di 13 casi per 1.000 abitanti 65-84enni l'anno. La prevalenza in Italia nella popolazione 65-84enne è pari a 7,4% negli uomini e 5,9% nelle donne. La spesa annuale per l'assistenza all'ictus cerebrale in Italia è stimata intorno ai 3,5 miliardi di euro.

L'invalidità permanente di una persona che supera la fase acuta dell'ictus determina negli anni successivi una spesa media di circa 100.00 euro. Fondamentale per la prevenzione è la adeguata consapevolezza da parte dei cittadini dei fattori di rischio che da soli o, ancora di più, in combinazione tra di loro aumentano la possibilità di incorrere in un ictus: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, fumo, sedentarietà ed alcune anomalie cardiache e vascolari. Le nuove terapie della fase acuta (trombolisi e trombectomia meccanica) possono evitare del tutto o migliorare spesso in modo sorprendente questi esiti, ma la loro applicazione rimane a tutt'oggi molto limitata per una serie di motivi. I principali sono rappresentati dalla scarsa consapevolezza dei sintomi da parte della popolazione, dal conseguente ritardo con cui chiama il 112 e quindi arriva negli ospedali idonei, dalla perdita di tempo intra-ospedaliera e, infine, dalla mancanza di reti ospedaliere appropriatamente organizzate.

Anche quest'anno il tema scelto dalla World Stroke Organization (Organizzazione mondiale dell'ictus cerebrale) e fatto proprio da Alice Italia Onlus per celebrare la Giornata mondiale contro l'ictus cerebrale, che si celebra ogni 29 ottobre, è "Up again after Stroke" (Una vita dopo l'ictus è possibile) per incoraggiare le persone colpite e i loro familiari a non arrendersi, ad affrontare anche la delicata fase del post ictus senza demoralizzarsi e utilizzando tutti gli strumenti a disposizione. Tra le conseguenze maggiormente disabilitanti, che hanno un impatto devastante sulle attività della vita quotidiana, sull'autonomia, sulle relazioni e, in una parola, sulla qualità della vita delle persone colpite, dei loro familiari e dei caregiver c'è sicuramente l'afasia, un disturbo del linguaggio causato da lesioni in particolari aree della corteccia cerebrale dell'emisfero dominante (prevalentemente il sinistro), sede appunto della funzione del linguaggio. Fondamentale l'approccio riabilitativo che, oggi, è centrato non solo sul paziente ma anche sulla comunità circostante, prima di tutto la famiglia. La durata del trattamento è variabile, sicuramente il lavoro più intenso, che porta i risultati maggiori, è quello che viene svolto nell'arco dei primi 12 mesi. Dopo questo primo periodo, il lavoro si concentra principalmente su quella che può essere definita "riabilitazione sociale", meno legata dunque all'ospedale, con un percorso di adattamento costante.

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